A parte il fatto che guardo questa foto e vorrei poter tornare dove l’ho scattata, dall’altra parte del mondo, su una spiaggia minuscola, il vento, il sole, le ostriche sulla sabbia e i palazzi di Discovery Bay sullo sfondo… ma non si può, bisogna lavorare per poter viaggiare. E poi, diciamoci la verità, hubby e io la vita ce la godiamo parecchio, quindi va bene così.
Ma non meniamo il can per l’aia, torniamo al qui e ora e facciamo quello che dobbiamo fare.
La prima volta che ho provato a leggere questo romanzo, era l’8 dicembre 2013: avevamo appena finito di fare il nostro albero di libri nataloso, la casa era tutta bella addobbata e piena dello Spirito del Natale Presente, la suocera ci aveva consegnato con un po’ di anticipo i befanini e io ero comodamente stravaccata sul divano con una tazza di tè, pronta a iniziare una nuova avventura.
Ho quindi addentato un befanifo a forma di stella cometa, ho sorseggiato un po’ di tè, ho acceso il Kindle ed ho deciso di iniziare a leggere L’amica geniale che già allora cominciava ad imperversare nel web.
Non ero molto convinta di questa lettura, avevo come la sensazione di forzarmi, non era una cosa spontanea l’iniziare a leggerlo, come mi succede la maggior parte delle volte quando prendo un libro in mano, ma mi sono detta che magari era solo un fastidio che provavo per il boom che stava avendo questa trilogia. Così, senza pensarci ulteriormente, sono partita… per fermarmi al 26% della lettura (che grosso modo mi sembra fosse intorno al quinto o sesto capitolo della seconda parte).
Oh, che vi devo dire, non ce l’ho fatta. Mi stavo annoiando a morte e ci ho messo una vita ad arrivare al punto in cui sono arrivata prima di abbandonarlo a se stesso.
Poi però la Ferrante Mania è continuata, aumentando e crescendo di continuo ed ininterrottamente ed io, quest’anno, con la prospettiva di tre lunghe settimane di vacanza, ho deciso di riprovarci.
E, sia detto a mio favore, l’ho finito.
Però, ebbene sì, c’è sempre un però, non l’ho apprezzato.
Inutile che stia qui a riassumervi, anche se a grandi linee, la trama perché lo hanno già fatto in mille mila prima e meglio di me, mi limiterò semplicemente a spiegarvi perché io sono una voce fuori dal coro.
Le protagoniste assolute di tutta la vicenda sono Elena (la cretina) detta Lenuccia e Raffaella (la stronza) detta Lila. Nel primo libro di questa saga le conosciamo infanti e adolescenti e vediamo come si sviluppa la loro “amicizia”.
Se non ho nulla da dire all’autrice per come scrive, perché, per quanto il libro possa risultare noioso e irritante, alla fine, se lo si legge in un momento in cui non si ha la testa piena della vita, le pagine scorrono veloci sotto i nostri occhi e se ne leggono tantissime senza nemmeno accorgersene, ho molto da ridire invece su come ha costruito e creato e raccontato e descritto le due protagoniste.
Ora, sappiamo tutti che è pieno il mondo di gente ipocrita, falsa e stronza così come esiste la stessa quantità di gente che è l’esatto rovescio della medaglia: cretina nel senso di stupidotta, estremamente bonacciona, facile da raggirare, zerbino e pezza da piedi, pronta a prostrarsi davanti alla gente ipocrita-stronza-falsa che viene venerata come amico supremo.
Il problema è che qui ce n’è davvero troppo di tutto questo, c’è n’è fino al limite della ragione e dell’umana comprensione. E ve lo dice una che, tendenzialmente, è per il quieto vivere e che cerca di evitare scontri e si fa andare bene le cose come sono. E ve lo dice una che ha sposato l’uomo più zen e bilanciato che possa esistere su questa terra che in passato ha avuto a che fare con un personaggio stronzo-ipocrita-falso a cui spesso diceva di sì per evitare problemi.
Però anche noi abbiamo un limite, un livello oltre il quale non ci si può più spingere.
Qui, ne L’amica geniale, il problema è proprio che il limite non esiste: Lila prende Lenuccia e se la gira come le pare e l’altra glielo lascia fare senza opporre nemmeno la più piccola fibra del suo essere, senza mai provare un moto di ribellione vero e deciso, di quelli da urla in faccia e poi via, si riparte da zero a pari livello. Ad ogni pagina mi dicevo “Vedrai che adesso Lenuccia sbotta, dalle un po’ di fiducia, vedrai che prima o poi ce la fa” eppure, per quanto tifassi per lei, Raffaella non è mai sbottata, non ha mai alzato la testa per dire a Elena ciò che pensa veramente, non si è mai ribellata. Anzi, se è possibile, si è ancora di più sottomessa, alla fine.
E che non mi si venga a dire che la genialità e la bravura di questa autrice stanno proprio nella sua capacità di creare due personaggi così irritanti, perché non ci credo. Ho letto tanti altri libri che mi hanno irritata e non convinta al 100%, uno su tutti Le vergini suicide, però lì sono arrivata alla fine e l’irritazione derivata dal “non ho capito il senso di tutto questo” è sparita perché il senso, alla fine, l’ho trovato.
Insomma, a me questo aspetto della vicenda non è piaciuto per nulla, mi ha dato davvero fastidio perché non credo possibile che, nella realtà, un rapporto così impari possa spingersi così tanto in là e perdurare immutato.
Sempre in vacanza ho iniziato a leggere anche il secondo ma, che ve lo dico a fa’, sono andata avanti un po’ e poi ho deciso che era meglio aspettare tempi migliori, se questi mai arriveranno.
Ho finito il mio panegirico e mi preparo alla lapidazione sulla pubblica piazza.
E’ durato poco, ma è stato bello 😉
Bentornata 😀
… anche se mi vai a toccare la Ferrante xD
Invero gradisco il post, perché è il post di qualcuno che ha letto quello che è effettivamente c’è da leggere, anche se ha tratto conclusioni diverse dalle mie.
Io la Ferrante – almeno, i primi due libri de L’amica geniale – li ho adorati proprio per come racconta Lila ed Elena. O meglio, come le racconta Elena Greco. Mi piace il rapporto che c’è tra loro, e credo che il rapporto di forza, nonostante tutto, sia fortemente sbilanciato in favore di Elena. Mi piace il rimpianto che lega Lila a Elena, il fatto che avrebbe potuto avere tutto quello che ha lei ma invece si trova a vivere/studiare attraverso di lei, che forse non avrebbe mai studiato se non fosse stato per Lila. Adoro i sentimenti conflittuali che provano, l’invidia che Elena riesce a mascherare meglio e… e boh, alla fine lo adoro per i motivi che tu detesti xD
Onestamente la storia di due amiche che si consolano l’un l’altra con tanti buoni sentimenti, mi avrebbe annoiata non poco. Invece qui c’è il bello dei buoni sentimenti scoperchiati sull’inferno.
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Grazie mille e benvenuta 🙂
Le storie piene di buoni sentimenti gratuiti non piacciono neanche a me, però nemmeno quelle in cui i personaggi risultano troppo. E qui, quello che mi irrita davvero tanto, è lo squilibrio che c’è tra le due ragazze.
Probabilmente, come mi ha fatto notare la E/O su twitter, andando avanti le cose si equilibrano o, quanto meno, un po’ si pareggiano, però, al momento, io ho trovato irritanti sia Lenù che Lila se pur per motivi diversi, non mi sono affezionata né all’una né all’altra e nemmeno alla loro storia.
Vedremo con i successivi cosa succederà 😉
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Mmh, sarà il fatto che ci vedo molto il rapporto che io e mia sorella abbiamo avuto per un bel po’ di tempo, a farmelo trovare realistico. Però io non vedo il rapporto così squilibrato. Non che se lo fosse mi spiacerebbe, però… non so, lo vedo sotto sotto molto sbilanciato a favore di Elena, così come a prima vista, a giudicare dai dialoghi tra le due, appare a favore di Lila.
Poi de gustibus, eh u_u
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Molto probabilmente fa tanto il fatto che io ho non mi sono mai trovata in un rapporto di questo tipo e quindi non lo concepisca.
Sbilanciato in favore di Elena perché Lila invidia l’amica in quanto può studiare e non rimanere intrappolata in un matrimonio?
Forse questo è l’unico pareggiamento della situazione che mi piace, anche se poi Lenù rovina tutto, alla fine, quando si fa andare bene il fidanzato che ha e vuole provare con lui quello che prova Lila col marito xD
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Non per quello, è che secondo me Elena senza Lila è più di Lila senza Elena.
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Mmm… ci devo riflettere. Lo farò e lo terrò presente nella prossima lettura. Grazie Leggy, sei preziosa 🙂
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No, sono solo stracciascatole xD
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Un personaggio letterario molto irritante che ho trovato è Briony di Espiazione.
In questo caso credo che la sua forza abbia determinato tutto l’andamento della narrazione, e se il libro mi è piaciuto buona parte del merito è anche sua.
La Ferrante invece… Va beh, non mi va di giudicarla senza averla letta, è che proprio non mi attira, a partire dalle copertine dei suoi romanzi.
Detto questo, capita che dei personaggi risultino un po’ esagerati o stereotipati, ma devono lasciare intravedere un senso, una funzione all’interno della narrazione. La macchietta fine a se stessa no.
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Ecco, Briony! Anche io l’ho detestata per buona parte della lettura, però, arrivata alla fine, ho capito il motivo per cui McEwan me l’ha resa detestabile e irritante. Qui, invece, non ho trovato nessun motivo, a lettura terminata, che mi facesse dire “ho capito il motivo per cui Elena e Raffaella sono state create così”. Nessuno. Ed è questo che ha fatto pendere verso il negativo la mia impressione su questo romanzo.
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io non sopporto Emma e Charles Bovary (ma ADORO il bovarismo 😉
Comuqnue Elena Ferrante non l’ho ancora mai letta e di questo passo non credo lo faro’ 9non sono abbastanza tentata). In questo momento sono totalmente devota al mio Berry ❤
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Inutile che ti dica che, secondo me, fai bene a non leggerla e proseguire a lasciarti cullare dalla magnifica voce di Berry e Jayber ❤
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Non conoscevo questa autrice né la sua trilogia, ma dopo la tua recensione penso ne farò a meno. Se non è piaciuto a te, che per me sei tollerante, ben disposta e moooolto paziente, non vedo proprio come potrei superare le prime dieci pagine.
Ps: mi sei mancata, bentornata!
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No, ecco, se di solito ti dico che magari a te potrebbe piace, qui ti dico proprio lascia perdere, di cuore perché defenestreresti il libro dopo poco nulla 😀
Grazie stella ❤
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Posso unirmi alle voci fuori dal coro?
Ho appena finito di leggerli tutti e 4, i libri della Ferrante relativi a L’amica geniale, perchè ho deciso di seguire una sfida letteraria per il 2015 e dovevo leggere un libro di una autrice italiana e ho scelto lei, di cui non avevo mai letto nulla.
Li ho letti tutti e 4 perchè sono una “capa tosta” e dovevo chiudere il cerchio. Il primo libro si apre col figlio adulto di Lila che chiama l’anziana Elena Greco perchè la madre è scomparsa nel nulla e non sa che fare, ma il primo libro non si chiude affatto sul ritrovamento o non ritrovamento della scomparsa.
Anche io ho trovato le due protagoniste irritanti, ho letto con fastidio, pagina dopo pagina, le cattiverie gratuite di Lila verso Lenuccia e il prostrarsi di quest’ultima. Sembrava quasi che, per quanti successi avesse quest’ultima, non fosse nulla in confronto alla miserrima vita di Lila, che quasi se ne vantava.
E poi l’invidia, ma che cavolo di amicizia è quella in cui si invidia l’amica e ogni suo ben minimo successo? E’ una farsa. E’ una gara al massacro. Non mi piace.
Ho finito i 4 libri con la sensazione di essere stata raggirata dalla fama di questa Ferrante, che ha scritto un unico, grande mattone da 1600 pagine che la casa editrice ha deciso di dividere in 4 capitoli, giusto per fare qualche soldo in più.
Non credo leggerò altri libri della Ferrante.
E ho avuto la stessa sensazione di leggere una cavolata, presentata come opera di un inestimabile genio creativo, quando ho letto Io uccido di Faletti. Per carità.
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Io non so se leggerò anche gli altri di questa saga, penso di sì comunque, anche se non lo farò subito e, di sicuro, non li leggerò tutti di fila.
In ogni caso è consolante sapere di non essere l’unica voce fuori dal coro in giro per il web 😉
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Io mi sono auto-regalata questo libro qualche giorno fa e sinceramente non so cosa aspettarmi. Da una parte so già che lo leggerò con moltissime aspettative a causa delle decine e decine di recensioni positive che ho letto ma con questo corro il rischio di rimanere anch’io delusa. Mah…vedremo, ti saprò dire se sarò anch’io una voce fuori dal coro!
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Uno dei grossi problemi, con questi grandi successi editoriali, sono proprio le aspettative. Io non impazzivo già prima di iniziarlo, però la curiosità ha prevalso, l’ho letto e il risultato è stato questo. Non so quando e se leggerò anche gli altri, però sono curiosa di sapere cosa ne pensi tu 😉
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